Come in tutte le degenerazioni artrosiche, anche in questo caso, il contatto tra le superfici ossee stimola la produzione di tessuto osseo in eccesso, gli osteofiti. Gli osteofiti aumenteranno in modo lento e graduale negli anni fino a limitare in modo importante il movimento dell’articolazione.
Per rallentare la degenerazione artrosica si attuano protocolli di fisioterapia conservativa, mentre per curare una spalla con artrosi avanzata è necessario un intervento chirurgico di sostituzione dei capi ossei artrosizzati con la protesi, a cui segue un percorso fisioterapico di almeno 5 mesi.
I sintomi sono rappresentati da: dolore, limitazione del movimento, degenerazione cartilaginea e ossea, gonfiore e rossore e calore nella zona dolente
La spalla artrosica può essere trattata con un percorso conservativo o chirurgico. La scelta dei due trattamenti dipende dal livello di degenerazione dell’articolazione.
Il trattamento conservativo per l’artrosi di spalla ha l’obbiettivo di rallentare il più possibile la degenerazione della spalla, mediante l’utilizzo combinato di tecniche manuali, esercizi e mezzi fisici (laser, tecarterapia, ipertermia, ultrasuoni) che portano a ridurre la sintomatologia algica, a controllare l’infiammazione e a migliorare la mobilità.
Spesso infatti l’artrosi è in concomitanza di disfunzioni di movimento che possono essere migliorate e a volte anche risolte con l’utilizzo di tecniche specifiche, e questo permette di recuperare buona parte della funzionalità articolare.
Anche nei casi peggiori si esegue sempre un tentativo di trattamento conservativo, che nella peggiore delle ipotesi servirà ad accelerare i tempi di recupero dopo l’operazione